La bella addormentata nel bosco e l’e-learning

formazione

Nel 1995, noi di NEXUS, abbiamo vinto il primo progetto Europeo nel programma Telematique e abbiamo iniziato ad occuparci di applicazioni telematiche in particolar modo di Piattaforme di e-learning.

Siamo stati tra i primi in Italia a sviluppare una piattaforma di formazione a distanza proprietaria e abbiamo iniziato ad interrogarci con i partner europei sulle metodologie didattiche innovative. Le domande erano:

Come possiamo fornire a tutti uno strumento democratico che sia in grado di assicurare la formazione in qualsiasi momento della vita e da qualunque posto? Come possiamo assicurare a tutti i cittadini europei le stesse chances e garantire lo stesso livello di opportunità formativa lungo tutto l’arco della vita?

Intorno al 2000 l’UE ha imposto a tutti gli Stati Membri di inserire all’interno dei progetti da loro promossi, soluzioni legate alla cosiddetta Società dell’informazione e le agenzie formative locali hanno trovato in NEXUS un partner strategico capace di integrare la FAD all’interno de loro progetti formativi tradizionali.

Da questo momento sono partite per noi delle importanti collaborazioni con degli enti formativi storici che ci chiedevamo di inserire la nostra piattaforma di formazione a distanza all’interno dei loro progetti.

Sul territorio ci chiamavano i signori della FAD!

Anno 2000: vent’anni fa.

Indipendentemente dal profilo professionale proposto dall’ente, inserivamo materie attinenti le competenze trasversali in FAD con il primo obiettivo di insegnare un metodo e un modello formativo che sarebbe potuto diventare fondamentale per la crescita dei lavoratori del nuovo millennio.

Una miriade di problemi: pochi pc, connessioni lente, regolamentazioni spizzicate eppure abbiamo condotto una campagna di disseminazione della cultura dell’apprendimento a distanza senza eguali.

Spesso qualcuno ci chiedeva: ma non sarebbe più conveniente farci stare in aula, perché dobbiamo imparare a formarci a distanza?

E noi lì a spiegare che così come avevano imparato ad usare le penna a breve sarebbe diventato fondamentale imparare anche a formarsi a distanza.

Ma in effetti negli anni a seguire la necessità di formarsi a distanza non si è mai avvertita tanto a livello generale e, malgrado noi abbiamo continuato imperterriti ad inserire moduli in FAD all’interno dei nostri corsi, gli allievi si sono sempre chiesti se non fosse più utile per tutti riempire le aule, percorrere chilometri per raggiungere la nostra sede, incontrare di persona il docente e farsi 4 risate tra colleghi.

Tutto questo fino ad oggi, quando di colpo, senza un preavviso la nostra profezia si é avverata e Rosaspina si é veramente punta con il fuso del telaio come la strega aveva predetto.

In poche settimane le case si sono riempite di persone che si formano a distanza: bambini della scuola primaria, ragazzi dei licei e delle università, adulti in formazione continua che hanno potuto trasformare la loro esperienza d’aula in teleformazione. Di colpo si parla diffusamente e incessantemente di piattaforme, Webinar, teleformazione, condivisione, aula virtuale…..

Di colpo la natura ha fatto il salto e ha deciso che é arrivato il momento di cambiare.

Oggi mi chiedevo se i nostri sforzi di più di 20 sono serviti a qualcosa. Se qualche lavoratore a cui oggi si chiede di imparare a distanza non stia rispolverando gli appunti presi dalle nostre lezioni o se sono solo gli eventi drammatici che cambiano profondamente il corso della storia.

C’è vera novità solo quando non si può fare a meno di cambiare?

Non lo so, su questo ci sto ancora riflettendo.

Ma di una cosa sono certa: ci abbiamo creduto in tutti questi anni, quando  in pochi vedevano l’utilità della FAD e oggi è finalmente arrivato il momento di mettere a disposizione del mercato la nostra esperienza perché un mercato maturo deve essere consapevole che l’E-Learning e la Teleformazione non si improvvisano: la tecnologia è solo uno strumento ma il vero valore aggiunto risiede in ciò che riusciamo a trasferire attraverso il mezzo che usiamo. 

Nazario De Mori

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